3 Feb 2023

USA-Cina: la tensione vola

Il pallone della discordia  Si sa, le tensioni a volte arrivano in modo in aspettato. In questo caso, dai cieli del Montana. Il Pentagono ha dichiarato nel pomeriggio di ieri di aver identificato un pallone-spia in volo in Canada e sopra strutture militari sensibili nello stato americano. Secondo le autorità, con alte probabilità il particolare dirigibile […]

Il pallone della discordia 

Si sa, le tensioni a volte arrivano in modo in aspettato. In questo caso, dai cieli del Montana. Il Pentagono ha dichiarato nel pomeriggio di ieri di aver identificato un pallone-spia in volo in Canada e sopra strutture militari sensibili nello stato americano. Secondo le autorità, con alte probabilità il particolare dirigibile ha scopi di spionaggio, ma si è esclusa l’opzione di colpirlo militarmente per evitare di colpire persone al suolo con i detriti.

È difficile vedere nello “spy-balloon” una minaccia concreta: non con l’ampia copertura di sorveglianza satellitare da cui la Cina già gode. E da parte sua, Pechino ha invitato a mantenere sangue freddo e ha spiegato che si tratta di un dirigibile civile per il monitoraggio meteorologico andato fuori rotta. Ma questa circostanza ha già creato uno strappo in un momento delicato. 

Non ti parlo più

È di questo pomeriggio la notizia che il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha rinviato un’imminente (e molto attesa) visita in Cina, per, come si riporta, evitare che l’incidente del dirigibile monopolizzi le trattative. Nel viaggio, previsto per il 5 e 6 febbraio, Blinken doveva incontrare il ministro degli esteri Qin Gang e probabilmente lo stesso Xi Jinping. 

La visita sarebbe stata la prima in Cina di un membro dell’amministrazione Biden, facendo seguito all’incontro bilaterale tra Joe Biden e Xi ai margini del G20 di novembre, in cui si era parlato della necessità di “gestire la competizione” tra i due paesi. Il passaggio del pallone-spia, insomma, fa saltare un viaggio che mirava alla stabilizzazione dei rapporti e getta nuove ombre su un rapporto già teso per troppi dossier caldi. 

Un filo sottile

Tra i punti più insidiosi nel rapporto tra le due potenze spicca quello del commercio, con la serie di decisioni prese dall’amministrazione Biden da ottobre perbloccare gli export di semiconduttori verso la Cina. Una scelta poi ripresa da Olanda e Giappone, che hanno fiancheggiato gli USA nella “guerra dei chip”. O quello strategico, con il crescente impegno statunitense nell’Indo Pacifico. Va in questo senso l’accordo, annunciato giovedì scorso, per aumentare la presenza militare nelle Filippine acquisendo accesso a quattro ulteriori basi militari e riprendere pattugliamenti congiunti nelle acque circostanti nel Mar Cinese meridionale. Per non dimenticare la crisi di agosto con la visita della speaker della camera USA Nancy Pelosi a Taiwan, che ha innescato esercitazioni militari cinesi nelle acque vicino all’isola. 

Insomma, mentre il decoupling tra le due potenze, in corso da tempo, è qui per restare, e la competizione è ormai evidente. E il canale di dialogo, su cui Washington e Pechino sembravano investire per non perdere il controllo della situazione, scricchiola sempre di più.

Corsi correlati

Vedi i corsi
Not logged in
x